Per questo terzo anno di Periferico, abbiamo deciso di allargare la circonferenza del festival e di andare a cercare altre sfaccettature della periferia. Ne è risultato un programma aperto, decentrato, imprevisto, forse un po’ imprudente.
In primo luogo, si sono moltiplicati gli spazi e le periferie che ospitano il festival, ormai diffuso abitante di diverse porzioni di territorio.
In secondo luogo, quest’edizione di Periferico presenta numerose opere uniche, che nascono e crescono nei suoi luoghi, senza limitarsi ad attraversarli. I progetti speciali intrecciano le opportunità che la città offre, le residenze e i nuovi studi si concretizzano in installazioni pensate appositamente per le periferie alle quali sono dedicate.
merc 1 dicembre @ Officina Emilia ore 18.30 Care City. La città sensibile incontro pubblico: progetti culturali e geografie urbane
ven 3 dicembre @ SPAZIOLELUNE anteprima di Periferico dalle ore 21.00 Tea Room festa notturna – dj set Daniele Paletta
sab 4 dicembre @ SPAZIOLELUNE ore 21.00 Machaka/Le chemin des Femmes, Lezione d’Africa composizione estemporanea per danzatori e voci conduzione Meike Clarelli
dom 5 dicembre @ SPAZIOLELUNE ore 21.00 Pathosformel, La prima periferia performance con modelli anatomici
giov 9 dicembre @ SPAZIOLELUNE ore 21.00 Fagarazzi & Zuffellato, Copy.Right ? episodio Periferico – performanceven 10 dicembre @ Spazio Dead Meat/ Iride Fixed dalle 21.00 Angelo Di Bello, Il nobile artista – installazione video ore 21.00 Drunken Butterfly, L’ultima risata – sonorizzazione del film di Murnau
sab 11 dicembre @ Spazio Dead Meat / Iride Fixed dalle 20.30 Caterina Moroni, Traccia01 _ semenza spettacolo per due spettatori alla volta. Prenotazione obbligatoria ore 21.00 Clarelli/ Dalla Barba/ Herin, Disperato Moderato con brio performance in forma di concerto su pellicola fotografica – progetto speciale per Periferico dalle 22.00 festa di compleanno di Iride Fixed
dom 12 dicembre @ Spazio Dead Meat / Iride Fixed ore 21.00 Caterina Moroni, Traccia03 _ espantos – intervallo abitato site specific ore 21.30 Aidoru, Songs Canzoni_Landscapes Paesaggi: Recital – primo studio per Periferico
progetti culturali e geografie urbane
merc 1 dicembre @ Officina Emilia – ore 18.30 incontro – tavola rotonda con:
Bruna Gambarelli, Febo del Zozzo, compagnia teatrale Laminarie di Bologna Sandro Coccoi, urbanista, docente al Politecnico di Milano a cura di Federica Rocchi in collaborazione con Laboratorio della Città
Care City si affianca alle opere presentate per il festival Periferico come una riflessione attiva sul tema del rapporto tra produzione culturale e geografia urbana.
Si tratta di un contesto in cui il festival e le sue ideatrici si interrogano sull’idea di città che abitano o che vorrebbero contribuire a ripensare.
Un progetto culturale ha la necessità di radicarsi su un tessuto urbano e sulla concretezza di una città per poterla poi moltiplicare, alimentando i processi necessari a una sua ridefinizione creativa. La città è naturalmente spazio di abitudini, di traiettorie, di emozioni, di esperienze: uno spazio che si rappresenta e definisce non soltanto attraverso la sua urbanistica, ma anche attraverso lo spirito della sua comunità.
Pensiamo a una città i cui luoghi sono continuamente ridefiniti dalla materia mutevole degli affetti, degli stati d’animo e dei ricordi, e le mappe di orientamento degli abitanti si basano non soltanto sui punti di riferimento urbanistici e sulla rappresentazione cartografica, ma anche sulla stratificazione di significati percepiti e sulla capacità degli spazi urbani di condensare esperienze.
Questa visione della città è strettamente connessa all’arte: i primi tentativi di costruire delle mappe emotive della città furono infatti realizzate proprio in ambito artistico, a partire dalla ricerca surrealista e poi dagli esperimenti lettristi e situazionisti negli anni Cinquanta.
Ma in generale ha prevalso e prevale un’idea urbanistica di stampo scientifico, che difficilmente riesce a tenere in conto che l’immaginazione e la capacità creatrice possano essere assunti a modelli per ripensare la costruzione di una convivenza.
In che modo un’opera d’arte o un progetto artistico possono modificare la nostra percezione di uno spazio urbano, modificandone il senso anche geografico oltre che culturale? Si tratta di immaginare una nuova capacità progettuale e non soltanto un semplice connubio arte – urbanistica basato sull’accostamento dell’una all’altra.
Si tratta a tutti gli effetti di iniziare a pensare città più accoglienti, immaginifiche, in grado di sostenere tempi di vita non solo produttivi, e capaci di bellezza.
Potremmo definirla un’utopia, a meno che non si cominci a discutere la questione in termini progettuali, culturali, e dunque politici.
Programma:
Maria Elena Seidenari, Studio per La sanità di Augusta Augusta, moglie di Zeno Cosini, è affetta da un’inguaribile sanità. Vive in una stanza tutta bianca con tre sedie. E tre pile di libri di letteratura europea che servono solo per appoggiarci sopra l’Amuchina gel secco per la disinfezione della mani. La salute prima di tutto.
Cesare Buffagni, Cose Buffe Cose Buffe è uno spettacolo multiforme dove la fantasia prende vita dalla matita di un disegnatore molto poco convenzionale. Comicità, magia, canzoni, satira tutto rigorosamente a fumetti. Cesare Buffagni, in arte “Buffo”, già disegnatore del personaggio Cattivik, mette insieme l’amore per il teatro e per la sua professione in una originalissima performance di “teatro disegnato”
Francesca Krnjak, concerto Combinando voce, sintetizzatore, chitarra acustica, armonica, kalimbe, beatbox, giocattoli modificati ad un looper elettronico, la performance solista di Francesca racconta la storia di questa “ElettroNomade – One Girl Band” con una distorsione alchemica del suono.
Anna Perna, Quello che sente una donna con la partecipazione di Andrea Zagni Un piccolo assolo che si propone con forza come manifesto e denuncia della donna moderna. Un breve monologo che si contrappone all’ideologia femminista e che propone una visione più vicina alle esigenze attuali.
Simonetta Silvestri, Le meditazioni di Clara Wu Questa improvvisazione si caratterizza a partire da un evento spontaneo e da una storia vera. Il racconto mi è stato passato attraverso un cassetto… Io che leggo non sono una lettrice e tuttavia offrirò il tema. Al taglio del foglio Antonella Testa, alla musica Lorenzo Dalla Barba. Il resto sono le cose.
Daina Pignatti, Irene Guadagnini, Matteo Verri, Irrilevante ai fini delle indagini Signori e signore, carissimi ospiti benvenuti al nostro gioco, disinnescate ogni anticorpo, e decollate con noi. Illudetevi sia il testo di un folle drammarurgo,… Mi duole comunicarvi che siete totalmente fuori strada. Sono atti di processi, intercettazioni telefoniche ed ambientali. Assicuriamo di non avere aggiunto nulla, non saremmo stati capaci di rendere la realtà più agghiacciante di come è.
Giulio Ferrari e Francesca Malagoli, L’amore in punta di labbra Una messa in scena di alcune delle più famose canzoni d’amore degli anni ’90, tradotte dall’inglese e reinterpretate.
Dodo Reale, concerto Nello shaker di Dodo Reale trovi il reggae, il rock, la canzone d’autore, il canto popolare, il rap, il samba, la linguamista flamenca di una Babele che esplode di contaminazioni: Afriche, Orienti e Occidenti.
Un melting pop coraggioso nato da un incrocio di lingue e di stili diversi.
composizione estemporanea per danzatori e voci
conduzione Meike Clarelli sab 4 dicembre @ SPAZIOLELUNE – ore 21.00Lezione d’Africa è l’incontro tra il coro Le Chemin des Femmes che riunisce donne provenienti da diversi paesi del mondo, e i danzatori della compagnia Machaka di Maputo (Mozambico), coinvolti con il Teatro dei Venti di Modena nel progetto di cooperazione internazionale “Chapulampunga-Chapula!”.Periferico coglie l’occasione della presenza in città di questo gruppo straordinario di danzatori, per proporre un inedito e unico incontro con le donne del coro. L’incontro avviene attraverso una “composizione estemporanea” a cura di Meike Clarelli e attraverso la presentazione di parte dei due repertori di danza e canto.
Quest’esperienza musicale ha una dimensione totalmente fisica e non teorica. L’improvvisazione vocale guidata o diretta, che prende spunto dalla Conduction concepita da Butch Morris nel 1985, è la quint’essenza di un microcosmo comunitario, in questo caso un coro di voci, che diventa un’unica entità con il direttore ed il pubblico, attraverso l’invenzione e l’interpretazione di un linguaggio simbolico, poetico e musicale. È una pratica che utilizza un vocabolario di segni e gesti ideografici (istruzioni), ideato e studiato con Le Chemin des Femmes da Meike Clarelli, per modificare o costruire in tempo reale arrangiamenti o composizioni musicali. Le istruzioni danno la possibilità di alterare o dettare istantaneamente armonia, melodia, ritmo, articolazione o fraseggio, grazie alla manipolazione di altezza, intensità, timbro, tessitura, durata ed ordine. In tal modo il vocabolario dell’improvvisazione guidata risulta funzionale all’interno di qualsiasi forma, stile e tradizione musicale, e può essere impiegato come un ampliamento della direzione tradizionale e utilizzabile con altri interpreti musicisti e anche con danzatori. Avviene un’interazione tra il direttore e l’ensemble, tra la singola corista e il direttore, tra la corista e il compositore, tra l’ensemle e i danzatori, ed infine tra il compositore ed il pubblico che entra a far parte di questo incontro.
E’ dunque scrittura simbolica e improvvisazione, composizione ed esecuzione allo stesso momento. L’improvvisazione guidata è una fonte che ispira l’ensemble corale e i danzatori a diventare un organismo vivente, capace di assumere nuove forme e di rivelare nuove espressività. Una necessità intimamente connessa al lavoro di gruppo e di fiducia e ascolto reciproco.
Meike Clarelli
______
Da ottobre 2008, la Casa delle Donne contro la violenza di Modena ha ospitato un laboratorio di canto sensibile che ha dato vita al coro di donne migranti le Chemin des Femmes, composto da donne che provengono da otto paesi diversi e diretto da Meike Maria Clarelli.
L’Associaçao Cultural Machaka opera nel quartiere Mafalala di Maputo, in Mozambico. Si è costituita nel 2000 e si occupa di promozione sociale e culturale attraverso la danza a favore delle fasce svantaggiate della popolazione. Dal 2009 Il Teatro dei Venti sta portando avanti uno scambio artistico-culturale promosso da ARCS – ARCI Cultura e Sviluppo – e ARCI Modena – tra Modena e il Mozambico.
Periferico segnala lo spettacolo Machaka dei Venti l’ 11 dicembre al Teatro delle Passioni
Link: www.teatrodeiventi.it | www.machakamoz.org | www.arciculturaesviluppo.it | www.arcimodena.org
performance con modelli anatomici
dom 5 dicembre @ SPAZIOLELUNE – ore 21.00 di Daniel Blanga Gubbay, Paola Villani e con Simone Basani, Giovanni Marocco produzione Pathosformel/Fies Factory One coproduzione Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto, Uovo performing arts festival con il contributo di Ufficio Promozione Giovani Artisti-Comune di Bologna con il sostegno di Teatro di Fondamenta Nuove (Venezia) in collaborazione con/in collaboration with Teatro Franco Parenti – Progetto Residenze e TEATRI DEL TEMPO PRESENTE, l’ETI Ente Teatrale Italiano per le nuove creatività
Un colpo di stato ha esiliato dal corpo ogni intenzione, rivelandolo come una massa di arti in balia d’infinite inclinazioni possibili.
Le mie braccia ne accompagnano ora i movimenti, scolpendone continuamente i gesti; le mie dita guidano le sue nel tentativo di sfiorarsi il collo; il mio busto insiste lievemente contro il suo, per disegnare un’espressione nella sua semplice inclinazione. È un corpo quasi inerme, che – come un parassita – si nutre impassibile dei miei movimenti.
Tre corpi monocromi privati di ogni fisionomia o espressione facciale, tre modelli anatomici che hanno abdicato ad ogni impulso e si abbandonano ad essere modellati dall’esterno.
Ecce homo: ecco l’uomo, l’animale in cui ogni minima espressione vive di precisione quasi meccanica, in cui il più semplice gesto chiama sovrappensiero a raccolta migliaia di muscoli;
ecco l’uomo in cui ogni minima inclinazione ritroverà solo nello sguardo degli altri il senso perduto delle proprie intenzioni.
Pathosformel nasce a Venezia nel 2004 riunendo elementi provienenti da differenti discipline nell’intento di ripensare la presenza del corpo umano in scena. A seguito dei primi lavori – Volta (2007), La timidezza delle ossa (Premio Scenario 2007), La più piccola distanza (Premio Iceberg 2009) – Pathosformel ha ricevuto il Premio Ubu Speciale per una ricerca che mira a coniugare nell’ambito teatrale aspetto artigianale ed astrazione.
LINK http://www.pathosformel.org/
episodio Periferico – performance
giov 9 dicembre @ SPAZIOLELUNE – ore 21.00 di e con Andrea Fagarazzi e I-Chen Zuffellato Produzione 2010
Il problema della falsità o verità di un’opera d’arte, è un falso problema sopratutto in questo contesto. Un fluire frammentato di aneddoti e citazioni, attraverso l’uso di immagini, riproduzioni performative o copie di opere incriminate. Anche se la libertà dell’arte e’ protetta dalla legge, ciò non significa che risieda al di fuori della sua giurisdizione. Ma cosa succede quando l’arte va in tribunale? Il giudice diventa un critico d’arte e il critico d’arte un difensore? Come può l’arte venire difesa e la giustizia diretta artisticamente? Secondo Bataille, il miglior artista e’ colui che va oltre i limiti.
Andrea Fagarazzi e I-Chen Zuffellato collaborano dal 2005. Realizzano progetti plurilinguistici in cui esplorano concetti corporei per investigare l’identità e la sua alterità. Questionano l’atto performativo, le sue forme e relazioni con il pubblico. Le loro produzioni sono presenti a livello nazionale ed internazionale. La performance Io Lusso ha ricevuto il 3° premio a EXTRA – segnali dalla nuova scena italiana ’07/’08 “per aver affrontato seduzioni e contraddizioni della società dell’immagine sabotandone i codici attraverso il linguaggio del corpo”. Nel 2010 a Santarcangelo 40 con il debutto del progetto Enimirc, il critico Renato Palazzi li annovera tra le nuove realtà più irrompenti del panorama teatrale italiano.
LINK – http://www.fagarazzizuffellato.com
installazione video
ven 10 dicembre @ Spazio Dead Meat/Iride Fixed – dalle ore 21.00
La Boxe, la nobile arte. Ostinazione, allenamento, studio e tenacia. Solitudine, concentrazione, fede e un po’ di pazzia. Come un santo, il pugile. Come un santo in una pala medievale. O come un artista. Il nobile artista.Angelo Di Bello nasce a Taranto nel 1976 e inizia il suo percorso professionale come attore collaborando con diverse compagnie (Teatro delle Briciole, Orkestra Stolpnik, alberTStanley, Laminarie), partecipando a diversi laboratori (Teatrino Clandestino, Motus, Claudio Morganti). Prosegue poi come performer e videomaker la sua ricerca artistica che si incentra sul possibile equilibrio fra immagine classica e video sperimentazione.
sonorizzazione del film di Murnau
ven 10 dicembre @ Spazio Dead Meat/Iride Fixed – ore 21.00 voce, chitarra, piano, sinth Lorenzo Castiglioni batteria, percussioni, laptop Fabrizio Baroni chitarra, tastieral, laptop Andrea Castiglioni basso Giorgio Baroni
L’Ultima Risata è il titolo del film di Murnau e dell’ultimo disco della band nato proprio come sonorizzazione della pellicola del 1924. Tredici suite strumentali arricchite da una voce non voce: nessun testo cantato, ma suoni vocali che completano le dense trame musicali ricche di elettricità oscura e pathos. Si passa da rintocchi di pianoforte ed aperture orchestrali ad un’elettronica minimale; da atmosfere sospese e stralunate ad un’espressività sonora violenta e trascinante.
Questo non è un semplice album, ma l’esito di una sonorizzazione che i Drunken Butterfly, gruppo attivo da ormai un decennio, hanno imbastito sulle immagini di un film di Murnau, “L’ultima risata” che racconta la parabola discendente di un portiere d’albergo.
Musica per film, a tratti distante (anche come scelta sonora, con un colore di fondo, usato per tingere i suoni, una pasta eterea e un po’ dark stesa, per evidente consonanza umorale, sulle immagini di un classico dell’espressionismo tedesco), ma spesso dotata di una identità tutta sua, mai puro e semplice commento. La voce, che va e viene e come ogni altro elemento, non si impone sul resto, mentre chitarre, pianoforte e suoni elettronici si alternano, affratellati da una certa severità mitteleuropea che non rischia mai di sfociare nella didascalica riproposizione di cliché. Tra i Giardini di Mirò, i Sigur Ros e certe penombre da folk apocalittico, con una personalità che viene fuori nettamente, il disco ha un suo senso anche senza immagini e sa come giocare con l’immaginario di chi ascolta.
Alessandro Besselva Averame, Fuori dal Mucchio, maggio 2010
LINK – http://drunkenbutterflyband.blogspot.com/
Traccia01 _ semenza spettacolo per due spettatori alla volta. Prenotazione obbligatoria sab 11 dicembre @ West Village Gallery – dalle ore 20.30 Ideazione Caterina Moroni Scenotecnica Emiliano Austeri Suono Claudio Raggi
Traccia03 _ espantos intervallo abitato site specific dom 12 dicembre @ Spazio Dead Meat/Iride Fixed – ore 21.00 Ideazione Caterina Moroni Suono e musiche dal vivo Claudio Raggi voci Caterina Moroni e Lucio Mattioli luci Emiliano Austeri con il sostegno di Associazione Demetra e Centro di Palmetta
Le tracce sono quadri poetici fatti di elementi che, per necessità, sorte e curiosità provengono da ambiti più diversi. Quadri non per una ricerca di staticità e finitezza, quanto per un desiderio di immediatezza pari a quella data dalle naturali vibrazioni del colore utilizzato artisticamente. Tasselli di una storia a puntate che intende indagare una frammentarietà che non è separazione, ma invisibile fluire, freccia. Come il movimento del diaframma durante una pausa nell’atto di consegnare la voce.
“Cura del Piccolo”. In cielo il movimento di un millimetro determina sconvolgimenti enormi, così è anche in terra, guardando con attenzione.
Caterina Moroni nasce a Terni nel 1982. Lavora come organizzatrice, attrice e autrice. Collabora dalla sua fondazione con il Centro Palmetta e l’associazione Demetra e con la Casa Laboratorio di Cenci, dove propone campi scuola di educazione ambientale per bambini e adolescenti. La sua attività artistica comincia nel gruppo di ricerca teatrale La Compagnia del Pino, poi, attraverso l’incontro con maestri ed esperienze molto diverse tra loro, si prova, si confronta, gioca, forse affonda. Nel 2008 comincia il suo percorso artistico attraverso il progetto “Tracce” del quale alcuni testi/spunti sono stati selezionati dalla casa Editrice Libroitaliano per la pubblicazione nel volume dal titolo “stanellemani”. Come attrice lavora attualmente con Societas Raffaello Sanzio e La Compagnia del Pino.
LINK – http://www.caterinamoroni.it
performance in forma di concerto su pellicola fotografica progetto speciale per Periferico sab 11 dicembre @Spazio Iride Fixed/Dead Meat – ore 21.30 ideazione scenica Meike Clarelli, Gabriele Dalla Barba testo Gabriele Dalla Barba fotografie Sophie Anne Herin musiche Meike Clarelli, Matteo Colombini attrici Giovanna Degli Esposti e Lisa Severo chitarra acustisca ed elettrica Matteo Colombini, Marcella Menozzi contrabbasso Serena Fasulo batteria Giorgio Provenzano fisarmonica Davide Fasulo voce Meike Clarelli
Lo spettacolo nasce dall’esigenza dei tre autori, Gabriele Dalla Barba, Meike Clarelli, Sophie Anne Herin, rispettivamente scrittore, musicista e fotografa, di portare avanti la ricerca sul tema della periferia, già avviata l’anno precedente con il progetto Perchè ti devo amare?, prodotto appositamente per il Festival Periferico 2009.
Quest’anno la forma scelta è quella del live musico-fotografico-teatrale. Attorno a questa parola, “live”, che è forma performativa viva, si sviluppano una serie di eventi scenici in forma parlata, musicale e attraverso delle immagini.
La periferia che frequenteranno i 6 musicisti, le 2 attrici in scena, è il “senza periferia”, a partire dalla necessità di riprendere il dato della vita e poterlo rivoltare contro la sua fissazione in qualcosa di già stabilito. Per questo la forma del live, perchè in realtà non si può stabilire prima.
I testi, le musiche e le immagini, composte in 5 atti, sono le voci e gli sguardi che vogliono trovare un briciolo di senso o di esplosione emotiva, a partire da una mancanza e dall’impossibilità di avere risposte alle questioni della vita. I monologhi girano intorno alla condizione umana e in un sistema di cose e valori in cui tutto ciò che ci riguarda e ci dà vita è strappato via.
La condizione dell’essere senza periferia, evocata e denudata anche dalle immagini, produce disperazione, ed è questa parola che in maniera ironica, a tratti delirante e delicata, viene giocata come condizione, ma non data o definita per sempre, bensì presa nel gioco della poesia. Quindi necessità di poesia, per ritrovare un parola capace di ospitarci.
primo studio per Periferico dom 12 dicembre @Spazio Iride Fixed/Dead Meat – ore 21.30 musiche Aidoru voce recitante e trame scenografiche Leonardo Delogu testi Roberta Magnani musicisti in scena Mirko Abbondanza, Michele Bertoni, Dario Giovannini e Diego Sapignoli produzione Aidoru Associazione, Teatro Elisabetta Turroni/Comune di Solgiano al Rubicone, T.I.R. Teatri in Residenza – Provincia di Forlì Cesena e Regione Emilia Romagna
Songs canzoni_Landscapes Paesaggi nasce nel 2009 come progetto musicale nel quale convivono il rock e la musica contemporanea, il punk e il jazz, l’improvvisazione e la composizione, in un crocevia di suoni evocativi che ricostruiscono paesaggi e luoghi immaginari dove, dalle note al silenzio, tutto viene miscelato e modellato per dare vita ad un suono compiuto, per divenire nel 2011 (debutto 22 gennaio Teatro Turroni) spettacolo composito fra musica, poesia e visioni sceniche.
A Periferico 2010 verrà presentato un primissimo studio, ancora privo della parte di animazione/video. Musica, parole e gesti, in questa occasione, saranno gli unici elementi che popoleranno il luogo: in scena quattro musicisti ed un attore che guidano e accompagnano il pubblico, con parole sussurrate che suggestionano l’ascolto e la visione, azioni volte alla costruzione dell’ambiente scenico, rumori, strumenti, note, melodie, timbri, silenzio, alla scoperta per piccoli frammenti di un paesaggio fisico e interiore, di un mondo che è troppo ricco di sfumature, emozioni, visioni e colori per rimanere immobili e non coglierne e amarne la poesia che vi trema all’interno.
Nati nei primi anni Novanta a Cesena con il nome di Konfettura, gli Aidoru sono Dario Giovannini, Diego Sapignoli, Michele Bertoni e Mirko Abbondanza. Inizialmente band di influenza punk-rock, il gruppo ha sviluppato uno stile proprio nel quale approdano echi di generi molto diversi tra loro, dal post-rock al jazz, dalla classica al pop. Nel tempo l’ambito di ricerca degli Aidoru si allarga portando il gruppo a confrontarsi con diverse forme artistiche. Il 2001 segna una svolta per la vita della band: esce l’album “…cinque piccoli pezzi per gruppo con titolo…” che cattura l’attenzione del pubblico e della critica e comincia la prolifica collaborazione con il Teatro Valdoca che continua a tutt’oggi: è questo un incontro che caratterizza fortemente il percorso della band che compone ed esegue in scena le musiche per molti spettacoli della compagnia cesenate. Frutto di questo rapporto, nel 2004 nasce il nuovo lavoro “…13 piccoli singoli radiofonici…”. Nello 2009 il gruppo s’impegna nella reinterpretazione del Tierkreis di Karlheinz Stockhausen, progetto che verrà pubblicato ufficialmente nella primavera del 2011. Songs canzoni _ Landscapes Paesaggi è il quarto album ufficiale realizzato in studio dagli Aidoru, coprodotto da Trovarobato e distribuito nei negozi da Audioglobe.