Universo

immaginario e pratiche

Amigdala indaga l’immaginario collettivo del presente attraverso progetti che interrogano direttamente le comunità e i luoghi.

Le sue pratiche si traducono in opere site-specific nelle quali confluiscono più ambiti di ricerca, da quella vocale e sonora, a quella drammaturgica dei testi e degli spazi, in grado di valorizzare di volta in volta i luoghi che le opere attraversano. La pratica performativa del collettivo, infatti, investe sull’esperienza artistica come occasione di trasformazione, attivando processi di adattamento e di ingaggio degli operatori coinvolti (festival, rassegne, pubblici) che conducano lo spettatore attraverso uno spaesamento. 

 

Il corpo dello spettatore attraversa i luoghi delle performance in maniera sempre diversa, poiché ogni opera porta con sé una propria forma di relazione, dalla camminata di Lettere anonime per un camminatore fino al sonno di Elementare, dallo stazionamento mobile di La disobbedienza dell’acqua fino a una pratica immersiva di ascolto in Dalla mia voce.

Si tratta di una modalità intuitiva di relazione con altre sensibilità, che pure si manifestano in progettualità operative e diffuse. In particolare il collettivo sta portando avanti da diversi anni una ricerca vocale che ha una sua ricaduta nelle performance prodotte ma che ha saputo trovare l’interesse di altre figure, avviando un percorso di ricerca sul rapporto tra voce e paesaggio nei progetti Voce a Vento, Being There e Magnitudo

Lo studio nel campo della voce e della musica si intreccia alla progettualità dei cori e della produzione discografica, espressioni che rendono evidente la natura motrice di Amigdala che brama essere un organismo di creazione su più fronti, senza escludere mai di poter costruire cellule che proseguano in maniera autonoma da sé, come in un vero e proprio hub.

Le connessioni aprono – all’interno e al di fuori di Amigdala – numerose piste che trovano una ricaduta operativa in più ambiti, in particolare quello dei processi di studio e dell’attivazione di comunità.

Una sinergia molto stretta è quella costituitasi con CivicWise Italia, associazione che ha sede a OvestLab e che si occupa di architettura di strada, processi di partecipazione e rigenerazione urbana. CivicWise Italia è stretto collaboratore e guida responsabile nella buona riuscita di molti progetti partecipati che avvengono in seno ad Amigdala, come Fionda – rivista collettiva del Villaggio Artigiano di Modena Ovest, Afor, Crateri e altri progetti.

Della stessa portata è la collaborazione allacciata con l’Associazione Archivio Architetto Cesare Leonardi che, a partire da OvestLab, ha avviato il proprio progetto didattico legato alla Scuola, contaminando e lasciandosi assorbire, per prossimità, nell’attività di programmazione, di formazione o di riuso temporaneo (Mop).

L’universo artistico di Amigdala, che abbiamo provato a rappresentare attraverso questo sito web in forma schematica e organizzata per categorie, è dunque un mosaico intrecciato, una trama di fibre, l’insieme di molte vitalità che generano un movimento che vorremmo dilagante.

A partire dal festival Periferico, una delle azioni più visibili tra le tante di Amigdala, fino ad arrivare al laboratorio didattico nella scuola di quartiere, in questa rappresentazione bidimensionale abbiamo provato a dare l’idea di ogni parte del lavoro e dei loro singoli processi. Abbiamo immaginato l’esplorazione di queste pagine come un percorso conoscitivo fatto di informazioni e dati e titoli ma anche come la tracciabilità di un sistema di pensiero e di azione assolutamente effervescente, impalpabile in alcune sue derivazioni ma anche puntuale e radicale nella buona parte delle sue pratiche.


“If we want to change meaning in the world,
we simply need to diagram an infrastructure,
visit it,
and radically alter it.”

— N. Thompson, Seeing Power