Il progetto invita ogni anno un artista o gruppo a lavorare attraverso una residenza attorno ai contenuti di AFOr per produrne un’opera artistica, accogliendo linguaggi e formati diversi e trasversali.
Il progetto si pone l’obiettivo di risignificare le storie e le biografie contenute in AFOr, in un processo che metta in tensione la storia ufficiale con le narrazioni minori, dunque la storia sia individuale sia collettiva, sociale e umana con la geografia di un luogo che è stato sottoposto nel corso di alcuni decenni, a trasformazioni radicali legate al mondo del lavoro e della produzione locale, nazionale e internazionale.
Parallelamente, il processo curatoriale e artistico consentirà un ampliamento e una rilettura dei contenuti dell’archivio, non solo riattualizzandone e amplificandone il ruolo di testimonianza, ma anche interrogando criticamente i concetti di verità, documentabilità, trasmissibilità, eredità, accogliendone risonanze, echi e conseguenze.
Il progetto intende costituirsi come una vera e propria piattaforma di ricerca, dove produzione artistica, prossimità territoriale, indagine, riflessione teorica si intrecceranno attraverso dispositivi diversi (incontri, tavole rotonde, momenti performativi, residenze, incontri con la comunità, installazioni, editoria, altro).
La natura multidisciplinare di Afor, archivio che da sempre intreccia saperi che vanno dalla public history alla linguistica, dall’antropologia alla cultura open source, è la ricchezza e insieme la prospettiva sulla quale To Echo/Fare Eco si basa.
AFOr- Archivio delle Fonti Orali è un progetto collettivo open source di racconto della storia di un territorio attraverso la raccolta delle voci e delle memorie delle comunità, partendo da quella del Villaggio Artigiano di Modena Ovest in forma sperimentale, che nel 2021 si sta aprendo al resto della città. L’archivio digitale AFOr è un progetto iniziato nel 2018 che ogni anno si alimenta di nuove voci. A cura di: OvestLab (CivicWise Italia e Amigdala), Istituto Storico di Modena, ConoscereLinux. In collaborazione con: UNIMORE – Master di Public History, AISO – Ass. Italiana Storia Orale, Laboratorio del riuso “Tric e Trac” e officina di Comunità “T-Riparo”, MakeItModena – Net Garage; Istituto d’Arte A. Venturi.
Nel 2021 TO ECHO / FARE ECO dedica la prima residenza a Cinzia Pietribiasi e Pierluigi Tedeschi, che come Compagnia Pietribiasi/Tedeschi firma l’installazione-performance VILLAGGIOARTIGIANO#MEMORIEDELSUOLO.
TO ECHO / FARE ECO prende corpo, estensione, profondità e riabita MOP-Modena Ovest Pavillion, l’edificio in parte abitato e in parte dismesso di Viale Emilio Po che con un processo di ri-significazione concertato tra proprietà, abitanti e soggetti culturali coinvolti, prosegue la scommessa avviata due anni fa, di dare vita a un luogo dell’arte contemporanea nel cuore decentrato, multiculturale e a vocazione ibrida – abitativa e lavorativa – della città. Quel gesto di trasformazione acceso nel 2019 e rimasto vivo anche durante il lockdown del 2020, conserva oggi il suo doppio movimento che da una parte, assumeva alcuni desideri di una comunità abitante al fine di rimettere in vita uno spazio altrimenti chiuso e nascosto, e dall’altra vi faceva convergere formazione, processi e gesti artistici, per riguadagnare una propria presenza urbana attraverso un diverso modo di abitare.