Ottobre 2020
A seguito delle nuove restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, tutti gli appuntamenti pubblici successivi al 1° novembre non possono più essere svolti nella forma prevista.
I progetti immaginati con Micol Roubini (5 e 21 novembre), Rossella Menna e Armando Punzo (7 novembre), La stagione del mutuo discorso a cura di Isabella Bordoni (21 novembre), DOM- (3 dicembre) e IMÀN (Nina Fiocco, Ana Gallardo, Barbara Lazara) vengono mantenuti attivi nei loro processi e nelle potenzialità di relazione di ciascuno.
Vi invitiamo a seguire i processi e le testimonianze dei progetti sopraelencati nella pagina dedicata a Periferico nella sua nuova versione di festival “al tempo della pandemia”. PERIFERICO CLOSED VERSION
Ringraziamo il pubblico e tutti i sostenitori di Periferico per il supporto in queste settimane di difficile organizzazione e realizzazione del progetto.
Federica Rocchi, Serena Terranova / Collettivo Amigdala
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ARCHIVIO ZETA
Requiem Antigone
→ Cimitero Monumentale di San Cataldo
Sabato 3 ottobre – in prossimità del tramonto, ore 18
— a seguire, incontro con Enrico Piergiacomi, storico della filosofia antica e studioso di teatro c/o OvestLab
Domenica 4 ottobre, in prossimità dell’alba, ore 6.00
Lo stato farmacopornografico si è comportato come un Creonte neoliberista, che c’impedisce di seppellire i nostri morti perché sarebbero diventati dannosi per una comunità che sogna di essere immunizzata. Noi, i figli bastardi di Antigone, esigiamo cure e celebrazione dei corpi dei nostri amati ammalati di covid, sia vivi sia morti.
Paul B. Preciado (Libération/Internazionale – 20 giugno 2020)
La città è malata per tuo volere, grida Tiresia a Creonte nella parte finale della tragedia di Sofocle. Creonte con arroganza risponde: I contagi del cielo io non li temo. Questo è il nucleo lessicale esplosivo intorno al quale ruota una vicenda – la scelta di Antigone sulla sepoltura del corpo del fratello – che ripetutamente tende a esorbitare dall’antico tracciato e riflettere i conflitti in corso: Mediterraneo, Amazzonia, Turchia, panico della pandemia, per fare gli esempi più vicini. Antigone continua a essere tragico mare interiore, mare nostro rosso sangue, un luogo morale dove non siamo più in grado di assumerci la responsabilità di dare sepoltura mentre la peste contamina la terra ferma.
In questo anno anomalo, al tramonto e all’alba, come Antigone, ci recheremo al Cimitero di San Cataldo a Modena per una azione teatrale REQUIEM ANTIGONE, una marcia desolata, una processione addolorata, un rito culturale catartico di elaborazione del lutto collettivo per dare simbolicamente sepoltura ai morti di Coronavirus, accompagnati dalla partitura musicale di Patrizio Barontini eseguita al violoncello da Francesco Canfailla.
drammaturgia e regia Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni
partitura musicale Patrizio Barontini
con Gianluca Guidotti, Enrica Sangiovanni, Andrea Sangiovanni, Alessandro Vuozzo, Elio Guidotti, Antonia Guidotti
violoncello Francesco Canfailla
sartoria les libellules Studio
foto Franco Guardascione
DOM-
Giardino presagio
→ OvestLab
Martedì 6 ottobre – dalle ore 15.00 alle ore 19.30
Venerdì 4 dicembre – dalle ore 15.00 alle ore 19.30
Il progetto GIARDINO PRESAGIO è un ciclo di cinque incontri laboratoriali aperti al pubblico per la realizzazione di un giardino civico collettivo. Giornate di riflessione, studio e osservazione del contesto paesaggistico di un campo incolto adiacente all’ex-massicciata che lambisce OvestLab, l’ex officina meccanica trasformata in open space multidisciplinare nel cuore del Villaggio Artigiano di Modena Ovest. Costruire un giardino, un luogo in cui incontrarsi ed esporsi, è una forma di domanda rivolta all’arte, ai diversi linguaggi che indagano i temi dell’abitare, e alle città stesse in cui viviamo; ma è anche l’interrogazione di un concetto di ‘natura’ che sta cessando di esistere – o che forse non è mai esistito. I primi quattro appuntamenti, distribuiti tra i mesi di ottobre e marzo, hanno una durata di circa tre ore ciascuno e si concluderanno con una settimana di workshop per portare a termine i lavori nel giardino e progettare una prima festa-rito di inaugurazione nella primavera 2021.
Laboratorio gratuito, aperto a tutte e a tutti, senza limiti di età.
Info e iscrizioni: [email protected]
MASQUE TEATRO
Kiva
→ Drama Teatro
Venerdì 16 ottobre – ore 21.00
Sabato 17 ottobre – ore 18.00
— seguire, incontro con Lorenzo Bazzocchi, Masque teatro, e Raimondo Guarino, docente di Discipline dello Spettacolo, Università Roma Tre
Kiva è il nome con cui gli indiani Pueblos designavano, ancora agli inizi del XX secolo, la stanza segreta delle iniziazioni. Luogo sotterraneo, inaccessibile se non ai capi clan dell’antilope e del serpente, la kiva accoglieva e custodiva i serpenti a sonagli catturati vivi nel deserto e qui chiamati a partecipare a quello che Aby Warburg chiamò «Il rituale del serpente». Sottoposto ad abluzioni e lavacri con acque intrise di sostanze medicamentose, il serpente veniva dapprima immerso con la testa nella giara e quindi scagliato violentemente sul pavimento della Kiva che accoglieva un bassorielvo realizzato in sabbia, sorta di mandala, raffigurante cumulinembi e fulmini serpentiformi.
Kiva è Warburg. Un viaggio nel mondo degli indiani Hopi del New Mexico si trasforma nell’attraversamento della storia della civilizzazione umana. Nella creazione consapevole della distanza, nella distanziazione tra sé e il mondo, Aby Warburg intravvede l’atto fondamentale della condizione stessa dell’essere umani.
Sul concetto di distanziazione dell’io dal mondo stiamo lavorando per costruire Kiva.
Subire una trasformazione, accogliere coscientemente una trasformazione di sè, è la chiave per accedere ad uno stato di veggenza che ci pone prossimi alla realtà e al contempo sufficientemente lontani da essa per potervisi rapportare: una distanza di prossimità.
Warburg ci dice della volontà da parte degli Hopi “di far proprio un fenomeno naturale nella sua forma vivente, analogica. Il fulmine viene attratto grazie ad una appropriazione mimica”.
Kiva, da camera segreta delle iniziazioni, diviene così luogo mentale.
In essa si addensano gli spettri di una umanità che sembra ritornata alla vita dopo anni di dimenticanza. È la terra da sempre agognata, destinazione ultima per il redivivo, precursore oscuro che attingendo a forze ignote agisce come “sismografo” a percepire i sussulti della storia. Da quando vi sono entrato, ogniqualvolta mi chino, vedo scendere giù per la scala un paio di gambe scure.
Per abitarla vi si deve entrare sospesi, inseguire i propri arti nello spazio, creare segni di un idioma antico.
con: Eleonora Sedioli
ideazione e luci: Lorenzo Bazzocchi
tecnica: Angelo Generali
costumi: Mood Indigo_BO
ufficio stampa: Tatiana Tomasetta
produzione: Masque teatro
ENRICO FEDRIGOLI
ES – Mostra fotografica
→ Drama Teatro e Modena Ovest Pavillion
Da venerdì 16 ottobre a venerdì 4 dicembre
Su appuntamento al numero 059.8777673
L’esposizione di tavole fotografiche nasce come opera a sé stante dall’incontro tra il noto fotografo di scena Enrico Fedrigoli ed Eleonora Sedioli. Le stampe rigorosamente in bianco e nero, traggono linfa dagli spettacoli di Masque teatro Just intonation e Pentesilea, e sono realizzate con la tecnica del banco ottico, che permette di cesellare a tal punto la materia fotografica da restituire all’occhio la grana della pelle nuda che stride sul ferro delle corde dell’arpa.
“Il tempo è il primo strumento per manovrare il banco ottico. Ogni tempo di esposizione è come una pennellata e corrisponde ad una qualità di colore. Il banco ottico è come un cervello. Un contenitore con un buco. Nient’altro. Attraverso un tempo di osservazione e di esposizione volevo capire che cosa ci fosse dietro alla raffigurazione, ciò che l’occhio non riusciva a vedere. Così ho cominciato a lavorare sull’invisibile”. Enrico Fedrigoli
La compresenza all’interno dello stesso scatto fotografico di più livelli dell’immagine disegna un movimento anamorfico che plasma l’arpa smembrata. Un corpo animale di donna si rivela a volte sotto forma di gamba, altre di muscolo altre ancora di scapola che fuoriesce dal suo abituale alloggiamento. Membra come frecce di arco tese, corpi in divenir – bestia. Certamente non sono stampe da guardare, ma come dice il loro creatore, Enrico Fedrigoli, da toccare.
La mostra è allestita contestualmente allo spettacolo Kiva di Masque teatro
MICOL ROUBINI
La strada per le montagne
→ Cinema Astra
Giovedì 5 novembre – orario in via di definizione
Film proiettato nell’ambito del festival ViaEmili@DocFest
Atti clandestini per terre mobili
Proiezione del flash mob cinematografico realizzato lungo la Via Emilia a ottobre 2020
→ OvestLab
Sabato 21 novembre – ore 21.00
Un progetto di Micol Roubini realizzato in collaborazione tra Periferico Festival (Modena) e Sette giorni per paesaggio (Piacenza) di EN Laboratorio collettivo
Immaginando una sorta di gesto performativo site-specific e anarchico in relazione a questo periodo di incertezza della fruizione cinematografica e del rapporto tra opera e spettatore, nasce l’idea di un percorso di proiezioni frammentate e itineranti del suo film La strada per le montagne. Luoghi cittadini nascosti, spazi remoti e selvatici faranno da schermo improvvisato a brevi tracce video lungo la strada tra Modena e Piacenza, a ripercorrere un’idea di cinema ambulante e clandestino. A tragitto concluso, il film si ricomporrà in due proiezioni nelle due città.
Con la preziosa collaborazione di: ViaEmili@DocFest; ConCorto film festival; Fondazione Palazzo Magnani; Comune di Reggio Emilia; Registro degli alberi monumentali italiani, Consorzio di Bonifica di Piacenza.
ROSSELLA MENNA / ARMANDO PUNZO
Presentazione del libro Un’idea più grande di me (Luca Sossella editore, 2a edizione)
→ OvestLab
Sabato 7 novembre – ore 17
Come trovare la forza per affrontare un’esistenza che si dischiude al futuro senza avere nessuna certezza che abbia un senso?
Immagina che ci sia qualcuno che ti sta sognando, in questo momento, e che ti sogna così come tu immagini di poter essere al massimo delle tue potenzialità. È tuo compito dare seguito al suo sogno, trovare uno sviluppo. Non credi sia bello pensare che non dipendiamo soltanto da noi e dalla nostra volontà ma anche dai sogni degli altri?
Nel 1988 Armando Punzo, regista, drammaturgo e attore, varca il cancello del Carcere di Volterra, dove fonda la Compagnia della Fortezza, prima e più longeva esperienza di teatro in un istituto penitenziario. In trent’anni ha trasformato un luogo di pena in un centro di ricerca artistica all’avanguardia.
Forte di una ricerca sul rapporto tra limiti e resistenza condotta in un luogo che è metafora della prigione estesa in cui tutti viviamo, in trent’anni di spettacoli l’artista ha ottenuto i massimi premi e riconoscimenti italiani ed europei, facendo della Fortezza un riferimento imprescindibile nella storia del teatro contemporaneo. Dal desiderio di interrogarsi sul senso profondo e sulle implicazioni personali, sociali e politiche di una scelta radicale è nata Un’idea più grande di me, autobiografia dell’artista, frutto di una lunga serie di conversazioni con la scrittrice e studiosa Rossella Menna. Esito di otto anni di dialogo, e due di scrittura, il volume non è (solo) un libro sul teatro, né la restituzione senza filtri di una testimonianza, ma un’opera narrativa, un confronto generazionale, una sorta romanzo di formazione sui generis che chiama in causa molte delle questioni fonde dell’arte e della vita.
STAGIONE DEL MUTUO DISCORSO
un progetto a cura di ISABELLA BORDONI
6 / 29 novembre, Modena
progetto di affissioni pubbliche a cura di GIANLUCA COSTANTINI
Sabato 21 novembre
→ OvestLab, ore 15
incontro con Gianluca Costantini e Tiziana Villani a partire da Alexander Langer e Alessandro Leogrande, figure esemplari
modera Irene Aurora Paci
Stagione del Mutuo Discorso realizza l’idea di città come testo, per pensare, interpretare, stare nella città e nello spazio pubblico come in un campo linguistico, un campo semantico di forze discorsive in gioco. Stagione del Mutuo Discorso coinvolge e invita l’artista Gianluca Costantini e sviluppa tre movimenti: l’adozione delle sagome “Seduti accanto a Zaky”; un progetto di manifesti urbani e affissione pubblica per un dialogo possibile tra il pensiero e l’opera di Alexander Langer e Alessandro Leogrande [6-29 novembre]; un incontro pubblico e transgenerazionale con Gianluca Costantini, la filosofa Tiziana Villani, la partecipazione di Fondazione Langer di Bolzano, la conduzione di Irene Aurora Paci [21 novembre].
CATERINA MORONI
BLOOM & DOOM
→ Villaggio Artigiano
Domenica 22 novembre
Performance per uno spettatore alla volta, partenze ogni 15’ a partire dalle ore 14.30
BLOOM & DOOM è un’esperienza per comunicare l’emergenza del collasso climatico e ispirare le persone ad agire adesso per un futuro possibile e più sostenibile. In un terreno di mezzo tra un tour guidato, un party ed una azione di attivismo, BLOOM & DOOM invita il pubblico a partecipare attivamente in un’esperienza immersiva nella città. La tensione è verso un rituale urbano poetico e contagioso che ci sproni dall’immobilità.
Un clan errante di giovani guiderà il pubblico in un rituale urbano attraverso la città. Durante il percorso i bambini e ragazzi trasmetteranno al pubblico (gli adulti) le loro conoscenze su come adattarsi, come sopravvivere in un mondo al collasso, come essere autonomi, come sopravvivere, come continuare a sognare. La missione del clan è quella di attraversare la città per raggiungere un posto specifico e speciale (T.A.Z. – Temporary Autonomous Zone) per compiere il loro rituale che, a seconda del contesto specifico- contemplerà il piantare degli alberi, reintrodurre lucciole o api. Mano nella mano adulti e bambini attraverseranno la città alla ricerca di un senso per il futuro. I bambini potrebbero trovarsi in difficoltà, anche gli adulti potrebbero trovarsi in difficoltà. Tutti lo siamo. Cos’è il pericolo se il peggior rischio è causato da noi adulti, giorno dopo giorno?
Il campo di ricerca di BLOOM & DOOM sono i movimenti ambientalisti contemporanei, le teorie del “rewilding” di George Monbiot e del “deep adaptation” di Jem Bendell, i linguaggi delle rivolte urbane e dei movimenti di azione diretta nonviolenta, la guerrilla art, le pratiche partecipative e tutti i terreni ibridi dei linguaggi espressivi.
In ogni luogo BLOOM & DOOM crea un legame con il territorio, ogni volta le persone che prendono parte alla performance creano un evento unico.
Dove possibile la performance sarà accompagnata da una esposizione con l’obiettivo di approfondire la tematica e mostrare video e documentazione del processo creativo.
«Ogni tempesta comincia con una singola goccia» comandante Orso-Lorenzo Orsetti, partigiano a Rojava
Concezione: Caterina Moroni – Con la collaborazione e partecipazione di scuole locali, associazioni, artisti e cittadini – Con il supporto di IN SITU ACT project, co-finanziato dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea.
La palestra della lingua
A cura di IMÀN
(Nina Fiocco ITA/MEX, Ana Gallardo AR/MEX, Barbara Lazara MEX)
→ Evento partecipativo in luogo e data non prevedibili