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Periferico 2012

IV EDIZIONE

 

Il festival Periferico per il quarto anno propone un’esplorazione della mappa della città attraverso spettacoli di teatro, di danza, di musica.
Questa edizione del festival, nell’arco di un mese e mezzo, traccia una traiettoria insolita attraverso tre spazi che tengono insieme memoria e futuro.

 

Abbiamo abitato tre luoghi di grande fascino in dialogo con le arti contemporanee: un’azienda di altissima tecnologia che rappresenta uno degli esempi dell’industria modenese più all’avanguardia a livello internazionale; l’Archivio di Deposito del comune di Modena che raccoglie da due secoli la storia della città e ne custodisce 18 km di documenti; e il museo-laboratorio Officina Emilia, luogo di rigenerazione di competenze meccaniche perdute e allo stesso tempo spazio di attenzione all’innovazione. Spazi non teatrali che verranno riletti dagli artisti con le loro performance appositamente costruite per l’occasione, luoghi che si mettono a disposizione per accogliere il pubblico che vorrà venire a scoprirli.

 

 

 


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Programma

19 ottobre 2012 – PERIFERICO ATTO PRIMO — TECNORD, via Malavolti 36 —  in collaborazione con Gioventù Musicale d’Italia

La danza contemporanea di Laura Gibertini e i cento diversi strumenti a percussioni dei Tetraktis, tra i macchinari iper-tecnologici dell’azienda modenese Tecnord: è la proposta con cui ha inaugura, venerdì 19 ottobre alle 20 in via Malavolti 36 la sesta edizione del festival “Periferico”, quest’anno inserita nel programma di “Andante: rassegna in movimento tra i teatri e la città”, a cura delle associazioni Amigdala, Teatro Tempio e Teatro dei Venti. La prima serata, promossa in collaborazione con la Gioventù Musicale di Modena, ha portato i linguaggi della musica e della danza all’interno di spazi insoliti della città, come nella tradizione degli ultimi anni di “Periferico”: questa volta si tratta della zona industriale Torrazzi, all’interno della sede della Tecnord, azienda all’avanguardia specializzata nel design e nella realizzazione di prodotti e sistemi elettro-idraulici per macchine mobili. Il biglietto è “fai-da-te” con offerta libera tra zero e dieci euro. Apre la serata la danzatrice Laura Gibertini, impegnata in un intervento di danza contemporanea insieme a Claudia Balboni, Laura Gibertini, Alessia Sanguanini e Gabriella Tritta all’interno degli spazi di Tecnord. Lo spettacolo, definito dalle protagoniste «un’invasione “fuori campo”», deriva dall’osservazione degli operai al lavoro e si snoda tra le macchine iper-tecnologiche dell’azienda: un’occasione per entrare in contatto con uno spazio produttivo solitamente non aperto al pubblico.

Segue il concerto del quartetto Tetraktis percussioni, “Musica meccanica tra macchine elettroniche”, il cui programma spazia dalle grandi avanguardie del secondo Novecento, come Steve Reich e John Cage – di cui si celebra quest’anno il centenario della nascita – a musiche con echi etnici, come Millennium Bug di Giovanni Sollima, ad altre dal sapore mediterraneo, fino alla tradizionale “Batuquada” in un continuum di costruzioni sonore ed elaborazioni musicali. I Tetraktis suonano un centinaio di strumenti a percussione meccanici e analogici, da piccolissimi campanelli a grandi marimbe, a pochi metri da macchinari che, all’opposto, rappresentano il livello più sofisticato di tecnologie elettroniche e digitali. Il concerto si svolge negli spazi esterni dell’azienda.

Dalle 20 viene servito anche un buffet a km zero, a cura delle aziende agricole formiginesi “La Viazza” e “Sant’Antonio”.  La serata ha visto la partecipazione di un pubblico molto numeroso, ed è stata realizzata grazie a una importante sinergia economica con l’azienda Tecnord che ha messo a disposizione, oltre agli spazi, anche l’allestimento tecnico e il coordinamento interno del progetto.

Laura Gibertini (Modena, 1972), danzatrice e coreografa, studia con Claudia Balboni, Anna Russo e Claude Coldy. Frequenta seminari dei Sosta Palmizi e il Balletto Civile di Michela Lucenti. Dal 2008 segue in Italia e all’estero i danzatori di Ultima Vez e la danzatrice Nina Dipla. Attualmente realizza progetti rivolti all’infanzia per scuole pubbliche e private di Modena e provincia. A marzo porterà in scena al Teatro delle Passioni “Io, Virginie” , è un omaggio alla figura della scrittrice Virginie Despentes, autrice del romanzo–scandalo “Baise moi”, già presentato in forma di studio all’edizione 2010 di “Periferico”.

Il quartetto Tetraktis è formato da percussionisti diplomati al Conservatorio di Perugia, che in circa quindici anni di attività, partendo dalla musica contemporanea di derivazione classica, hanno incontrato molti altri linguaggi tra cui la musica popolare antica, il jazz, il pop. La principale scelta artistica è la volontà di utilizzare il proprio parco strumenti, per vocazione il più ricco di tutte le famiglie strumentali, senza porre barriere di genere. Si sono esibiti al “Salone della Musica” di Torino, al “Festival dei Due Mondi” di Spoleto, agli Incontri internazionali di Musica contemporanea di Jesi “L’Ombelico del Mondo”, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Hanno suonato in Germania, Stati Uniti, Nigeria e Turchia e in trasmissioni radiofoniche su Radio Tre e sull’emittente newyorkese Wync.

 

16 novembre 2012 – PERIFERICO ATTO SECONDO ARCHIVIO DI DEPOSITO DEL COMUNE DI MODENA

Dopo il successo della prima serata alla Tecnord di Modena il 19 ottobre, che ha visto dialogare l’intervento di danza contemporanea site specific di Laura Gibertini e il concerto dei percussionisti Tetraktis con i macchinari iper-tecnologici dell’azienda modenese, venerdì 16 novembre si è tenuto il secondo atto del festival.

3 piani da 2mila mq ciascuno per un totale di 18 chilometri: è l’Archivio di Deposito comunale di via Cavazza a Modena che, collegato all’Archivio Storico, conserva per 40 anni dalla loro definizione tutte le pratiche prodotte dagli uffici comunali. Luogo simbolo nel quale stazionano i documenti tra passato, presente e futuro, categoria che divide ciò che è antico dal corrente e non semplicemente una rimessa di accumulo (come il nome potrebbe erroneamente far intendere), l’Archivio di Deposito è stato scelto da Amigdala come sede della seconda serata di Periferico. Anche in questo caso, i partecipanti hanno avuto la possibilità esclusiva di accedere ad un luogo solitamente chiuso, per assistere allo spettacolo itinerante “Ora!” realizzato dalla compagnia Laminarie di Bologna. A partire dalla lunga esperienza di Laminarie in questo ambito – che ha portato la compagnia a lavorare in contesti importanti da Palazzo D’Accursio a Bologna fino alle architetture contemporanee di Tokio – lo spettacolo è stato appositamente costruito per lo spazio del Deposito attraverso una breve permanenza della compagnia nel luogo i giorni precedenti il debutto nasce, dunque, dall’ascolto del luogo e dalla comprensione delle sue specificità.

“Ora!” è un viaggio a tappe, che ha inizio nella ricerca di un’identità smarrita nei meandri di carta del Deposito. Il pubblico si mette fisicamente in viaggio, guidato da due bambine ed ogni tappa assiste ad un intreccio di racconti e parole uscite dai faldoni della storia della città. Il percorso che si viene a creare costituisce la drammaturgia dello spettacolo realizzata insieme alle guide, agli attori ed al pubblico che prenderà parte al suggestivo viaggio.

La serata è poi proseguita con l’accompagnamento musicale del quartetto jazz guidato dal musicista e compositore brindisino ma bolognese d’adozione Davide Fasulo e con “Piccolo compendio di animali perduti”, installazione e disegni di Alice Padovani (Amigdala) : «Il tema del progetto, declinato sul versante “animalia”, – racconta l’artista – parla della cancellazione, dell’estinzione, e quindi dell’impossibilità della memoria viva. Parla per immagini di qualcosa che è solo memoria tramandata ma che in questo caso non può più essere realmente recuperata. Parla sostanzialmente di memoria pura senza futuro».

La serata è allietata da vivande e birre artigianali fornite da La Nena. Il biglietto è fai da te, con offerta libera da 0,3,5,10 euro. Anche la seconda proposta di Periferico registra il tutto esaurito e una lunga lista d’attesa di pubblico interessato a visitare l’insolito luogo aperto eccezionalmente alla cittadinanza.

 

16 novembre 2012 – PERIFERICO ATTO TERZO — OFFICINA EMILIA, VIA TITO LIVIO 1

Una performance interattiva, per due spettatori alla volta, del duo italo-britannico Pixel rosso. Il dibattito “Ostinata mente”, dove la direttrice del Festival Filosofia Michelina Borsari si confronterà su creatività e innovazione con l’imprenditore Vainer Marchesini del gruppo Wam di Cavezzo e con Riccardo Paterlini del Teatro sociale di Gualtieri. Danza contemporanea, videoinstallazione e un concerto swing con tre voci femminili. Sono gli ingredienti di “Periferico atto terzo”, ultima serata della rassegna “Andante”, realizzato venerdì 30 novembre dalle 16.30 in poi a Officina Emilia in via Tito Livio 1 angolo via Emilia Ovest.

Nella performance dei Pixel Rosso, “And the birds fell from the sky”, che replica dalle 16.30 a mezzanotte, gli spettatori (due per volta) diventano protagonisti dell’azione, indossando “video goggles”, cioè speciali maschere con un piccolo schermo su misura che trasmette video e audio, e seguendo le istruzioni che riceveranno man mano. Il duo anglo-italiano Pixel Rosso è formato da Silvia Mercuriali, artista e co-fondatrice della compagnia Rotozaza a cui si deve l’elaborazione dello stile definito “Autoteatro”, e dal video artista e regista Simon Wilkinson. “And the birds fell from the sky” è stata definita dal quotidiano inglese The Guardian come “Una collaborazione potente tra regia teatrale e cinematografica”.

L’obiettivo dell’incontro pubblico “Ostinata mente. Passione, competenze, innovazione per praticare un’idea di futuro” è mettere a confronto alcune storie in cui la creatività della ricerca e il radicamento in un luogo diventano strumenti di reazione alle avversità del nostro tempo, dal terremoto alla crisi economica. Alla tavola rotonda, moderata da Margherita Russo, responsabile scientifico di officina Emilia, la direttrice del Festival filosofia Michelina Borsari porta un contributo teorico attraverso la riflessione sul rapporto tra cultura e luoghi. Vainer Marchesini, imprenditore, ha invece raccontato l’esperienza di Wam, azienda metalmeccanica con oltre 2.200 dipendenti e oltre 40 stabilimenti nel mondo. Lo stabilimento di Cavezzo è stato duramente colpito dal terremoto, ma la scelta è stata quella di ripartire con l’attività produttiva senza delocalizzare, ma valorizzando le competenze e le risorse umane che ha nel tempo coltivato a Cavezzo. Riccardo Paterlini è fondatore dell’associazione Teatro Sociale di Gualtieri, un giovane gruppo che ha iniziato una nuova gestione del teatro Comunale del proprio paese attraverso un coinvolgimento attivo di tutta la cittadinanza e un recupero della dimensione  del teatro come spazio pubblico.

“Le storie che abbiamo scelto – spiega la direttrice artistica di “Periferico”, Federica Rocchi – raccontano le reazioni a criticità contingenti o strutturali, attraverso un ventaglio di idee su cosa significhi alimentare processi di innovazione. Mostrano che sostenere la ricostruzione significa ripartire da un luogo, da relazioni sociali e reti di competenze sedimentate, che richiedono il ripensamento del modello economico “globale”. Hanno in comune la capacità di creare le condizioni per il cambiamento restando attaccati a un’idea e a un luogo”.

Alle 22, dopo la cena, viene presentata la performance di danza moderna di Claudia Catarzi “Qui e ora”: un lavoro che nasce da un corpo disposto a improvvisare, in uno spazio qualsiasi, ma posto nella tensione d’ascolto del sonoro presente, qui e ora, nell’ipotesi che il silenzio non sia altro che una pura convenzione, teatrale.

É dedicata alla musica la video installazione “Viola Beats” di Sara Garagnani che sarà allestita per tutta la serata, mentre la conclusione è affidata al concerto delle Gio’s Sisters: tre voci femminili (Marika Pontegavelli, Rosa Alberini, Fulvia Gasparini) accomunate dalla passione per lo swing e accompagnate da Luca Barbi alla chitarra, Orazio Aroldi al contrabbasso e Luca Carpi alla batteria. Le Gio’s sisters trascineranno il pubblico in un viaggio tra l’Italia e l’America degli anni ‘30 e ‘40, proponendo alcuni famosi brani dei migliori gruppi vocali dell’epoca: Trio Lescano, Andrews sisters, Chordettes.

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