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La disobbedienza dell’acqua

installazione

 

Devi imparare a intuirla questa piega di mondo, fatta di ore, nella notte di tutti. Potrei anche perdermi strada facendo, ma tu non interrompermi mai.

 

Crediti

  • IDEAZIONECollettivo Amigdala
  • TESTIGabriele Dalla Barba e con i racconti dei sognatori che hanno partecipato
  • MUSICHE ORIGINALE E COMPOSIZIONE SONORAMeike Clarelli
  • IMMAGINI E SCENOGRAFIESara Garagnani
  • VIDEO INSTALLAZIONEFabio Fiandrini, con la voce di Silvia Pasello
  • CURAFederica Rocchi
  • GESTIONE TEMPORANEA DELLO SPAZIOSilvia Tagliazucchi

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L'installazione

Ci siamo interrogati su cosa siano i sogni che tutti viviamo, di che sostanza siano fatti. Ci siamo chiesti se l’acqua sia implicata nella loro formazione o se, vista la sua plasticità, ne sia solo custode, e per quanto tempo. Che cosa accade quando un’intera collettività bagna i luoghi della propria vita con i sogni? Sono come vasi comunicanti che tengono assieme residui, scorie, vite, legami dimenticati.

La disobbedienza dell’acqua nasce da un fondamento perturbante, provvisorio, mutevole: la raccolta di cento sogni, il lavoro onirico di un frammento di collettivo.

Abbiamo rivolto attenzione al sogno come ad un’esperienza capace di abitare ogni essere umano senza appartenergli mai, ci siamo chiesti come questo lavoro della fantasia, in cui nomi sembrano sospesi, tocchi i bordi della realtà. Siamo sicuri di essere proprio noi a sognare? Che sia uno sguardo del dormiente, un atto dell’inerzia, o un processo di democratizzazione in cui ognuno, indipendentemente dalla sua identità, vive e condivide senza alcuna possibilità di riparo o volontà?

Abbiamo deciso di esplorare un quartiere attraverso l’ascolto dei sogni che lo abitano. Li abbiamo raccolti e restituiti in un luogo parlante e simbolico di quel territorio, lasciando al pubblico il compito di attraversarli e di farsi attraversare, al buio, in solitudine.

La disobbedienza dell’acqua è un’installazione site-specific realizzata in occasione della 9° edizione del festival Periferico, “Alto Fragile Urgente”, curato dal collettivo Amigdala.

 
 

L’installazione accoglie gruppi di 6 persone alla volta che entrano e attraversano liberamente lo spazio per una durata di circa 14 minuti. Per i primi 8 minuti il pubblico è immerso nel buio, tra videoproiezioni, oggetti contenuti in colonne d’acqua illuminate e punti in cui vengono raccolte delle gocce, come se il luogo fosse permeabile alle emozioni e non potesse che assorbirle e rilasciarle in continuazione.

I video, curati da Fabio Fiandrini, creano un mondo immaginario, immersivo, con la presenza dell’attrice Silvia Pasello e musiche e sequenze originali composte da Meike Clarelli. Il testo, scritto da Gabriele Dalla Barba, è articolato come un racconto, e raccoglie frammenti di 100 sogni raccolti nel quartiere.

Mentre lo spazio sembra spegnersi scivolando inesorabilmente nell’ombra, un portone metallico viene aperto: il pubblico sale una rampa di scale ed entra in un open space a piena luce, il cui pavimento è interamente ricoperto di bottiglie di vetro disposte in file ordinate e contenenti acqua in cui sono immersi messaggi su carta, tracce dei sogni degli abitanti. Sulle colonne portanti sono appesi degli imbuti, da cui scendono delle cuffie che isolano parzialmente lo spettatore facendolo entrare in contatto con la voce degli abitanti, mentre raccontano uno per volta il proprio sogno.

Allo scoccare del 6° minuto suona una sveglia, la musica scema, restano la luce e il rumore dei passi del pubblico che si allontana.

 
L’installazione è adattabile a spazi diversi attraverso un lavoro di ricostruzione site-specific che costituisce la cifra stilistica primaria di Amigdala.
 
 

Dicono de La disobbedienza dell’acqua:

 

“È valsa l’esplorazione de “La disobbedienza dell’acqua” per la carica emotiva di magia e mistero, di cupezza al pian terreno e di paradisiaca luce usciti dal garage-budello interrato per infine riveder le stelle in un brillante e luccicante primo piano costellato e cosparso da centinaia di bottiglie contenenti messaggi, poesie, parole da lasciar macerare nel liquido. Bottiglie come un campo di battaglia o un cimitero, campi seminati o croci. Per altoparlanti imbuti. L’acqua disobbedisce perché il ruscello scende e travolge. Come la vita, come le idee.”

Tommaso Chimenti – Recensito


 

“Un luogo fluido, carico di sciabordii dimenticati e sguardi irrisolti. La disobbedienza dell’acqua immerge la dimensione sfuggente del sogno nell’esposizione all’ignoto: dopo una video-audio installazione, si lascia il buio della “caverna” onirica per trovare al piano superiore tanti piccoli fogli di carta immersi in altrettante bottiglie. Custodi fragili ma trasparenti, tutti uguali nell’apparenza eppure forieri di immaginazioni inconfessate, di desiderî nacosti, al mondo, agli altri, perfino alla propria coscienza. E chi attraversa l’installazione può concedersi quell’atto non dovuto che è il riscoprirli: avvicinarsi a un imbuto da cui pendono due piccoli auricolari e calarsi nel sogno altrui. E riscoprirlo «proprio»”

Giulio Sonno – PaperStreet


 

“È acqua passata, che ritorna in filari di vetro. Imbuti alle pareti terminano con degli auricolari per ascoltarne il vorticoso gorgoglio.

I luoghi sono voci abbandonate al mare del tempo. I muri parlano, Periferico è qui per ascoltare.”

Matteo Brighenti – PaneAcquaCulture


 

“Frammenti di sogni si possono leggere nei messaggi lasciati nelle bottiglie, o ascoltare nell’intimità delle cuffie appese ai pilastri dell’enorme open space. Ma il tempo per ascoltarli è limitato a poche manciate di minuti. Come a dire che si può prendere parte a quella dimensione intima e personale, ma che tanto resta privato e da scoprire“

Francesca Serrazanetti – Stratagemmi

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